Come è nato Ossi di dinosauro, il libro per bambini scritto da Anna Lavatelli che ha dato vita a progetti educativi dedicati alle scuole e ai giovani lettori.

La storia di Ossi di dinosauro nasce casualmente da un articolo che l’autrice legge sulla rivista National Geographic:

Mio marito era abbonato a National Geographic e io lo sfogliavo ogni tanto, lui leggeva tutto, io solo quello che mi piaceva. Una volta è capitato che sono incappata in questo articolo ed è stato per me una cosa magica.[1]

In questo articolo si parla del ritrovamento di alcuni reperti di dinosauro in Patagonia, una zona del Sud America particolarmente ricca di resti di questi animali giganti che hanno abitato in quelle zone milioni di anni fa:

Patagonia – the remote, astringently beautiful expanse of steppe and stone that covers the southern part of Argentina – is the true lost world of the dinosaurus. Our conventional sense of the great creatures is based almost entirely on bones found in North America and Asia – well known characters such as Triceratops, Velociraptor, and, of course, Tyrannosaurus rex. Dinosaurus flourished in the Southern Hemisphere too, but during much of their reign oceans separated the supercontinents of Laurasia in the north and Godwana in the south. Isolated from their northern counterparts, dinosaurus down here followed their own evolutionary course beginning in the Jurassic, 180 million years ago. Patagonia contains the richest potential source of dinosaur information in the entire southern half of the planet. Even so, many researchers considered its dinosaurus mere aberrations: curious creatures, perhaps, but of little use in understanding the evolution of the dinosaurian mainstream. Now that view is changing.[2]

Gli scienziati del Museo Argentino de Ciencias Naturales di Buenos Aires si erano più volte recati nella zona della Patagonia alla ricerca di resti di dinosauro, consapevoli dell’importanza del sito. Un giorno, mentre lo studioso Rodolfo Coria[3] si trova a Plaza Huincul, riceve la telefonata di un contadino locale che sostiene di aver trovato qualcosa di interessante:

«This fellow had called many times», says Coria, «but this time was different». He and his colleague Leonardo Salgado, a paleontologist at the University of Comahue in Neuquén, drove to the site. They brushed some sand from a bone and knew immediately that it was the shinbone of the largest predatory dinosaur ever found in South America. It took a few more days of digging to realize that it might be the largest predatory dinosaur ever found anywhere. Coria and Salgado estimated the beast’s weight at between 6 and 8 tons, it length at about 42 feet.[4]

Il direttore di queste ricerche è José Bonaparte, lo studioso che è anche personaggio del libro Ossi di dinosauro. È un paleontologo, nato in Argentina nel 1928, figlio di un immigrato italiano, che ha scoperto moltissimi dinosauri sudamericani. Ha ricevuto il titolo di “Maestro del mesozoico” e ha cresciuto un’intera generazione di paleontologi. Una delle sue più importanti scoperte è proprio quella dell’Argentinosaurus huinculensis:

[…] composed of 3 anterior dorsal vertebrae and 3 posterior dorsals, the most anterior dorsals without the vertebral body and the remaining ones incomplete; ventral sector of the sacrum including the vertebral bodies 1 to 5, without the last sacral vertebra, with most of the sacral ribs of the right side; great part of a fragmented dorsal rib, and the right tibia with the external face weathered.[5]

Questo dinosauro è uno dei più grandi mai esistiti: ha vissuto circa 90 milioni di anni fa e aveva un collo lungo e possente, un corpo molto alto, una coda lunga e una piccola testa triangolare. In base ai ritrovamenti si pensa che avesse una muscolatura piuttosto forte. Molti sono stati coloro che hanno sollevato paragoni con il famosissimo Tyrannosaurus:

«So who wins the grand prize? If you saw Gigantosaurus and Tyrannosaurus next to each other, which would be bigger?» «If you saw them next to each other,» says Coria, «you would not notice because you would be running away. But I think the answer is Gigantosaurus by a couple of feet».[6]

Anna Lavatelli rimane affascinata da queste scoperte casuali e decide di scriverci una storia:

Decidì escribir este cuento a raices de la noticia de un descubrimiento réal que tuvo lugar en el desierto de Patagonia (Argentina), cerca de un pueblito llamado Plaza Huincul. El primer dinosaurio – Gigantosaurus Caroliniensis – fué descubierto por el arqueologo José Bonaparte gracias al hallazgo de un femur fosil, que un tal Carlos encontrò en su campo. Por esta razòn el dinosaurio lleva puesto su nombre: Caroliniensis (de Carlos, en latin). Siguieron otros hallazgos importantes en la misma localidad, entre los cuales el Argentinosaurus huinculensis (da Huincul) que en mi ficciòn narrativa termina descubierto por la perrita Canela.[7]

Dall’idea alla storia

Dopo aver letto la notizia del ritrovamento sulla rivista “National Geographic”, Anna Lavatelli ha deciso che intorno a questa notizia poteva costruirci una storia. «A me piaceva l’idea di uno che non c’entra niente con la paleontologia e che trova una traccia fondamentale. Quindi ho pensato: “ci scrivo una storia”».[8] Lo sviluppo della storia è stato poi molto naturale: come tutte le storie, si è creata da sola. Molti autori, soprattutto per l’infanzia, condividono questa visione nella genesi di un testo:

Una parola che uso con molta circospezione, nel parlare di scrittura e creazione, è “fantasia”. È un concetto frivolo, una parola così abusata che ha perso di significato. Non mi piace l’idea di una specie di pazza scatenata che ti guida alla cieca in territori che non conosci e attinge a piene mani all’inverosimile solo perché stiamo parlando di storie, quindi di finzione, e di storie destinate ai bambini, per giunta. Non credo che sia l’ingrediente fondamentale di una buona scrittura. Preferisco di gran lunga l’immaginazione: lei sì, come un albero saldo, pianta le radici nella realtà e poi può permettersi di avere chiome spettinate, imprevedibili. Ecco scrivere per ragazzi è imparare a domare, imbrigliare, dominare le proprie capacità, e metterle a servizio di un tipo di pubblico particolare. Coltivare le radici per lasciar libere le chiome.[9]

Quando bisogna scrivere un libro si parte da un’idea, che poi sembra svilupparsi autonomamente grazie all’immaginazione dell’autore, e si arriva poi a un libro stampato e pubblicato. Uno scrittore deve essere capace di procedere passo passo nella scelta di ogni singolo elemento per costruire una storia. Prima di tutto bisogna scegliere i protagonisti:

Ho pensato «ci metto un bambino», poi ho pensato «perché sempre maschi? Mettiamoci una bambina!» Sono i maschi appassionati della paleontologia… sgombriamo il campo da pregiudizi e mettiamoci una bambina. Sono molto ispirata da una mia nipote peruviana, che si chiama Milagros (il nome quindi è suo), una ragazzina che vedevo spesso quando andavo là a casa dei miei parenti. Allora aveva circa 10 anni, ma aveva un carattere e una determinazione pazzeschi. Era una ragazza meravigliosa e io sono rimasta affascinata dalla sua forza interiore, dalla sua intelligenza ma anche della sua autostima.[10]

Una volta scelta la protagonista, è necessario, come in ogni storia che si rispetti, un aiutante:

Ci voleva un bel maschio: Rubén è quello che ci vuole. Di fronte a una forza della natura ci vuole uno un po’ meno forte, che ha bisogno di lei e che è un pochino più debole ma estremamente passionale, carico di sentimenti.[11]

A questo punto l’autrice cerca un motivo per il quale la protagonista debba trovare un osso di dinosauro:

Perché lei deve trovare un osso di dinosauro? Perché è importante? Perché deve risolvere un problema. Deve essere una questione di vita o di morte, che questa bambina così coraggiosa, così testarda decide di risolvere perché i genitori non ne vengono fuori. Qual è la cosa più preziosa per un bambino? La sua casa. Bene, questa bambina dovrà salvare la sua casa![12]

La storia si sta sviluppando, ma manca un elemento fondamentale: la protagonista come trova il dinosauro che salverà la sua casa?

Come lo trova? Lì è stato più che altro un ragionamento di passaggi consequenziali con legami estremamente labili. Osso: al cane piace l’osso. Ma perché a questo cane dovrebbero interessare gli ossi e in particolare quelli di dinosauro? Allora lì ho pensato al cane del deserto.[13]

Ossi di dinosauro nasce dunque da un grande lavoro di fantasia dell’autrice che si interroga su tutti i vari passaggi della storia e costruisce un racconto completamente inventato a partire da una notizia letta su una rivista scientifica. La scrittrice, partendo dall’articolo del ritrovamento di ossi di dinosauro, ha dato vita a una storia intrigante e appassionante perché ricca di immaginazione ma con i pilastri piantati nella realtà.

Il progetto educativo in Italia

Ossi di dinosauro è un libro che ha affascinato grandi e piccoli. I bambini hanno letto una storia speciale, un ritrovamento casuale di un osso di dinosauro che ha salvato la casa di una ragazzina molto intraprendente. Gli adulti hanno invece trovato un racconto molto interessante dal punto di vista educativo: la morale del «chi cerca trova» è scritta dalla stessa autrice in una postfazione. Proprio grazie a questa capacità del libro di insegnare, alcune scuole e biblioteche italiane hanno deciso di scegliere proprio questa storia come elemento fondamentale di un percorso di lettura per ragazzi.

Dall’anno di pubblicazione (2001) il libro ha sempre venduto un buon numero di copie: non ha avuto un successo immediato come Paola non è matta, ma l’andamento si può definire costante negli anni. Questo è probabilmente dovuto, appunto, al grande valore educativo della storia. Ha venduto in Italia 26 000 copie ed è ormai da quasi 15 anni nel catalogo Piemme:

[…] i buoni libri non portano a buoni e rapidi guadagni economici o a successi immediati, al contrario dei libri prodotti in serie, e se pure dovessero ottenere buoni risultati di vendita, questo non accadrà certamente nel breve periodo. Pertanto, scrivere per bambini aspirando a scrivere letteratura, scrivere per bambini come si scrive letteratura per adulti o poesia, è meno remunerativo sia per lo scrittore sia per l’editore. Certamente, solo i buoni libri durano nel tempo, per cui se sappiamo aspettare è molto probabile che un buon libro finisca per ricompensare in diversi modi sia l’autore che l’editore.[14]

Lavorare su un libro per ragazzi

Uno dei compiti più importanti di un insegnante di lettere è sicuramente quello di far conoscere ai ragazzi il mondo dei libri, non quelli sui quali bisogna studiare per ottenere un bel voto a scuola, ma quelli da leggere, che ci permettono di trovare un momento di pace nella frenesia della vita quotidiana.

Tutto ciò che possiamo apprendere sulla lettura trova il suo fondamento in tre caratteristiche peculiari dell’infanzia: la capacità di fantasticare, di perdersi nella fantasia e ritornare “a casa” a piacimento, e lo spirito di esplorazione che porta a selezionare un percorso personale tra i libri, fino a incontrare quei testi che custodiscono per noi una verità visibile solo lì e non ripetibile.[15]

Forse sono proprio i più piccoli che insegnano ai più grandi il vero piacere della lettura. Un adulto legge un libro nel tempo libero e per diversi motivi (piacere, interesse, lavoro…) ma difficilmente riesce a sradicarsi completamente dalla realtà e dai suoi problemi. Un bambino riesce invece a immergersi completamente nella storia che si trova di fronte, a credere fino in fondo ad ogni singola parola e spesso a immedesimarsi nei protagonisti del racconto. Proprio per questo il lavoro sui libri svolto da professori e genitori è un momento fondamentale, che permette di crescere tanto ai ragazzi, quanto ai grandi.

Il grande pericolo che corre la letteratura infantile e giovanile, in quanto letteratura, è proprio quello di essere definita a priori come destinata ai bambini e ai ragazzi. Ciò che in un libro si considera “per bambini” o “per ragazzi” deve essere secondario, e deve rappresentare un valore aggiunto, poiché l’essenza di un testo in grado di appassionare i giovani lettori non proviene tanto dalla sua capacità di adattarsi al destinatario, quanto piuttosto dalla sua qualità, perché quando parliamo di scrittura di qualsiasi tema o genere, il sostantivo è sempre più importante dell’aggettivo.[16]

La lettura è uno dei mezzi più utili attraverso i quali possiamo conoscere noi stessi, le nostre qualità e i nostri difetti:

Ma quali mezzi usiamo per conoscere noi stessi? Noi lettori usiamo la finzione per cercare di capire noi stessi, per conoscere qualcosa in più sulle nostre contraddizioni, miserie, grandezze, ossia sulla profondità umana. Ritengo che sia questa la ragione per cui i racconti di fantasia continuano ad esistere come prodotto culturale, perché parlano di noi attraverso forme diverse da quelle delle scienze e delle statistiche. Un racconto è un viaggio che ci conduce in territori altrui, quindi è un modo di espandere i limiti della nostra esperienza, accedendo a un frammento di mondo che non è il nostro. Riflette una necessità molto umana: quella di non accontentarci di vivere una sola vita e pertanto il desiderio di sospendere a volte il flusso monotono della propria esistenza per accedere ad altre vite e ad altri mondi possibili, cosa che produce da un lato un certo riposo dalle fatiche della vita e dall’altro un avvicinamento agli aspetti più profondi della nostra umanità, che forse, fino ad allora, ci erano rimasti estranei. Così le storie che leggiamo sono costruzioni di un altro mondo: installazioni di “un altro tempo” e di “un altro spazio” all’interno di “questo spazio-tempo” in cui viviamo.[17]

È proprio per questo che anche Ossi di dinosauro è diventato uno dei libri più utilizzati per educare i ragazzi. Nella storia possiamo leggere l’importanza della diversità: Rubén e Mili hanno due caratteri totalmente diversi, quasi opposti, eppure sono amici e si vogliono bene. Questo insegna ad accettare l’altro, ad apprezzare le qualità delle persone che ci circondano e a farne tesoro. Nella storia possiamo leggere la vita serena di una famiglia che si vuole bene e che si aiuta in ogni piccolo problema, per garantire a tutti la possibilità di vivere felici. L’insegnamento sicuramente più evidente è quello relativo all’importanza di credere in noi stessi e in ogni nostro singolo progetto. Il bambino trova in questo libro una ragazzina apparentemente pasticciona, che però, spinta da una grande forza di volontà, riesce a salvare la sua casa e quindi la sua famiglia. Come Mili ha trovato un modo per aiutare i suoi genitori, così ogni bambino può aiutare gli altri, anche nel suo piccolo e con le sue poche forze. Un sogno non è mai troppo grande o troppo irraggiungibile e la parola “impossibile” dovrebbe essere bandita dal vocabolario, perché non c’è nulla di più forte della volontà di raggiungere un obiettivo.

La stessa Piemme ha proposto il libro all’interno di “Leggendo leggendo”, una «rivista di educazione e animazione alla lettura per la scuola»[18] all’interno della quale vengono proposte delle schede su vari libri Piemme sulle quali lavorare con i ragazzi all’interno delle biblioteche scolastiche, un luogo centrale per l’apprendimento:

È evidente che nella predisposizione di queste nuove modalità di insegnamento-apprendimento, ruolo educativo fondamentale assume la biblioteca scolastica, in quanto particolare ambiente che permette di far acquisire all’allievo abilità costruite in percorsi di ricerca che pongono ciascun soggetto in una relazione di condivisione con il gruppo-classe, con il docente di disciplina, con il docente-bibliotecario. La situazione che si crea in tal modo è quella della Learning-communtity, nella quale ogni componente lavora per problemi, cooperando con gli altri nell’affinare strategie di apprendimento e comprensione, nella costruttiva tensione volta alla soluzione dei problemi stessi, e non (o non solo) all’interrogazione valutazione.[19]

Ossi di dinosauro viene proposto nella rivista per bambini di III-IV elementare, ai quali, dopo una presentazione generale del libro, viene suggerito un lavoro sull’antagonista Pepe Cruz Malvado. Come già detto, in quegli anni la casa editrice era particolarmente impegnata nella lotta contro il fumo e questo personaggio è l’emblema della negatività.

La scuola primaria Gianni Rodari

La scuola primaria Gianni Rodari di Novara, conosciuta a livello nazionale per il suo impegno nella lettura, ogni anno propone un lavoro su alcuni testi di autori per ragazzi, che si conclude con la presentazione di un libricino prodotto con i lavori dei bambini e, soprattutto, con l’incontro con gli autori dei libri che hanno letto e analizzato insieme. Nel 2012 è stato proposto un lavoro che ruotasse attorno a storie in cui il cane, il più grande amico dell’uomo assumesse il ruolo di protagonista:

Noi bambini delle classi terze, nelle ultime settimane, abbiamo lavorato tanto per realizzare questo piccolo libro, che doniamo a voi, amici autori, con tutto il nostro cuore. Ci siamo divertiti ad ascoltare le vostre storie, a raccontare e disegnare per potervi questo omaggio donare. I vostri racconti sono proprio divertenti, ma anche noi abbiamo inventato delle storie sorprendenti… filastrocche che raccontano dei nostri amici a quattro zampe… cuccioli che vogliono giocare, saltare, mangiare e ronfare… ma soprattutto vogliono farsi coccolare… Basta poco per renderli felici e ci saranno eternamente amici… Ed ecco lo spettacolo sta per cominciare, mettetevi comodi ad ascoltare… tutto questo lo abbiamo preparato col cuore, per voi AMICI AUTORI…[20]

In questo libro non poteva certo mancare Ossi di dinosauro, visto il ruolo fondamentale di Canela, che, contro ogni aspettativa, si rivela l’ancora di salvezza della famiglia Funes.

I piccoli curatori di questo libro si sono preoccupati prima di tutto di presentare il cane nelle sue caratteristiche scientifiche:

CARTA D’IDENTITÀ
Cane: appartiene ai vertebrati
Classe: mammiferi
Ordine: carnivoro
Famiglia: canidi
Genere: canis
Il suo nome zoologico completo è canis familiaris[21]

Subito dopo le maestre hanno proposto ai bambini un lavoro di fantasia, affinché provassero anche loro a diventare autori. Si sono messi in gioco e hanno inventato storie e filastrocche sui cani, scritte dal punto di vista più importante per un autore per ragazzi: quello dei giovani lettori.

IL CANE
Il cagnolino
è il miglior amico del suo padroncino.
Va sempre a prendere per lui il bastoncino
e glielo porta vicino vicino.
Quando il padrone soffre un qualsiasi dolore
lui gli dona subito il suo amore.
Il cagnolino anche se piccolino
ha un grande cuoricino.
Lui tanto affetto darà
a chi di lui si occuperà.
Andrea e Manuela[22]

Nella parte conclusiva del testo troviamo poi alcuni disegni sui libri proposti nel lavoro pedagogico:

È un modo di approfondire il libro e di vederlo nei suoi dettagli, anche nelle immagini. E credo che i bambini si divertano a copiare le immagini del libro, perché forse una caratteristica dei disegni che io realizzo per bambini di quest’età è che sono facilmente riproducibili da loro, cioè non sono disegni complicati. Sono soggetti e costruzioni abbastanza lineari e questo li rende partecipi. Secondo me diventare anche un po’ autori dei disegni, con quel pizzico a volte anche di interpretazione secondo il loro punto di vista, a volte fa vedere le cose in un modo diverso.[23]

La riproduzione dei disegni è quindi altrettanto importante e permette ai bambini di apprezzare un lavoro che non è troppo complesso e inavvicinabile, ma li aiuta ad entrare in relazione con la storia e con la lettura in generale.

Disegno di un bambino della scuola Gianni Rodari da Voglia di coccole e tenerezza.

Al termine di questo lavoro, le maestre hanno organizzato un incontro con gli autori, in modo che i giovani lettori potessero trovarsi faccia a faccia con la mente che ha pensato e immaginato le storie nelle quali loro si sono completamente immersi:

A differenza dello scrittore per adulti, credo che allo scrittore per ragazzi sia richiesta una buona capacità di intrattenimento durante gli incontri. Perché è questo che conta, prima di tutto, nel giudizio di un bambino. Solo un adulto forte lettore può accettare che uno scrittore amatissimo sia poco attrattivo (nel tono di voce, nel modo di fare…) anche quando dice cose molto interessanti e profonde. Un bambino no. Non so quindi se un incontro possa avere effetti retroattivi di carattere cognitivo (es. servire a cogliere in profondità il senso di un racconto), certo ne ha nello stabilire un legame affettivo con l’autore del libro che si ama. La delusione viene quindi dalla noia che l’incontro può produrre: ecco perché bisogna prepararlo bene. Da questo punto di vista non è mai presa abbastanza sul serio la fase di programmazione, dove l’autore collabora con i bibliotecari (e/o gli insegnanti) per progettare un percorso di letture e di attività che creino attesa e aspettative intorno all’evento.[24]

I bambini hanno preparato alcune domande per gli scrittori e, dalla lettura di Ossi di dinosauro, hanno inventato tutti insieme una filastrocca che narrasse la storia di Mili e Canela:

OSSI DI DINOSAURO
Questa è la storia di Canela, una cagnolina
e di Mili la sua padroncina.
Vivono nel deserto argentino
e un giorno per caso, scavando una buca,
Canela trova un osso sbattendoci la nuca.
Sembrava un osso normale
ma in realtà era molto speciale…

Un giorno Mili tornando da scuola
sentì una puzza come di gorgonzola:
entrando in salotto rimase sorpresa,
vide Pepe Cruz Malvado che era in attesa
di un’affermativa risposta
alla sua crudele proposta!
Mili era così arrabbiata
che scappò in camera sua disperata!
Quando Pepe Cruz Malvado se ne va
Mili corre giù a pregare il suo papà:
«Ti prego non vendere la nostra casetta,
altrimenti Pepe Cruz la ridurrà in polpetta!»

Mili si confida con l’amico
per cercare un modo per sconfiggere il nemico.
Intanto Canela felice e pimpante
scava in giardino una buca gigante:
trova un osso che all’apparenza sembrava normale,
ma in realtà era molto speciale.
Mili un po’ titubante
va da Rubén il suo aiutante
a chiedere consiglio su cosa fare
per poterlo analizzare.

Torna a casa un po’ scoraggiata
e non volendo ascolta una chiacchierata
tra Pepe Cruz e i suoi genitori,
feriti ormai da tanti dolori.
Presto arriveranno gli scienziati specializzati
per cercare reperti fossilizzati.
Mili pensa di aver trovato, così, una soluzione
per risolvere la situazione:
con il cuore pieno di gioia
si reca al museo della scienza e della storia,
per incontrare José Bonaparte, lo studioso
e scoprire se l’osso è veramente favoloso.

Mili consegna allo scultore l’osso
che Canela ha trovato scavando il fosso.
José Bonaparte rimane molto sorpreso
dal racconto appena appreso:
fa una scoperta eclatante
l’osso di Canela è strabiliante.
Così propone alla bambina un affare:
in cambio delle ossa le darà del denaro
per salvarla dal suo destino amaro.

Mili è felice e corre dal suo papà
per raccontargli le ultime novità:
Pepe Cruz Malvado è ormai sconfitto
e d’ora in poi dovrà solo stare zitto…
ormai la casa hanno salvato
e il loro cuore si è rallegrato.

La storia finisce qui…
Son tutti felici ed è meglio così![25]

I “Cioccolibri”

“Cioccolibri” è un progetto editoriale di promozione pensato da Piemme, che dal 2004 collabora con Ferrero per diffondere la lettura tra i ragazzi, certamente più attirati dalle barrette di cioccolato che non dai libri. La casa editrice, in questo caso, dopo aver scelto il libro da pubblicare nella collana, contatta direttamente l’autore con il quale firma un apposito contratto. Si tratta di un caso di spin off editoriale.

Il progetto continua tutt’oggi e prevede la vendita di una confezione contenente un pacchetto di barrette Kinder e un libro. La copertina, non rigida e con lo stesso layout della versione originale, viene per l’occasione “ripulita” da tutti gli elementi di contorno: rimane solo il disegno accompagnato da titolo e autore. Il dorso è bianco e simile alla versione originale, se non fosse per la mancanza del numero di serie e l’aggiunta, accanto al simbolo del “Battello a Vapore”, del marchio della Kinder. Sul retro della confezione viene presentato un breve riassunto della storia. Ossi di dinosauro è il numero 6 di questa serie, che comprende storie e autori di tutti i tipi. Tra i libri pubblicati all’interno del progetto, chiamato per l’appunto “Cioccolibri”, troviamo diverse storie legate ai dinosauri o alle isole sperdute nell’oceano, dimora di pericolosi pirati. Anche il libro della stessa Anna Lavatelli Sono arrivati… i nonni pirati è stato pubblicato in questo tipo di proposta. È chiaro che non bisogna mai porre limiti alla fantasia quando si tratta di proporre nuove idee che possano coinvolgere i più piccoli in un mondo che a loro può sembrare molto lontano, come quello della lettura. Per questo è nata appunto l’idea di promozione della Piemme, che vuole dimostrare come leggere un libro possa essere piacevole tanto quanto assaporare una barretta di cioccolato.

Confezione “Cioccolibri” contenente il libro Ossi di dinosauro e il pacchetto di cioccolatini Kinder.

Il progetto educativo in Perù

Anche in Perù il libro ha riscosso un buon successo: ad oggi ha venduto 5 900 copie. Grazie alla sua relazione con gli studi di paleontologia del luogo, è stato oggetto di un progetto che coinvolge il Museo di Storia Naturale di Lima. Il libro è stato presentato per la prima volta a Lima il 2 novembre 2010 presso la libreria Crisol. Per l’occasione l’autrice ha preparato una presentazione del libro in cui spiega la nascita e lo sviluppo dell’idea, a partire dall’articolo su “National Geographic” fino alla storia vera e propria:

[…] de pronto me encantò la idea que el descubridor pudierse ser un chico, o una chica. Mientras estaba trabajando la trama, pensé que un perro hubiera podido ser un descubridor mas apropriado. Los perros saben de huesos mas que ninguno! Asì naciò la inteligente Canela. Pero todavia me faltaba algo: una razon para darle un valor moral al hallazgo, para que a mis lectores le gustara mas el cuento. Pensé en una lucha contra la injuticia en la que dos chicos valientes pudieran salir ganando. Asì naciò Pepe Cruz Malvado.[26]

Il libro ha avuto un particolare successo in Perù grazie alla vicinanza dei luoghi presentati nel libro: esiste veramente il Museo Argentino de Ciencias Naturales a Buenos Aires (quello di cui il padre di Mili diventa direttore), così come esiste davvero Plaza Huincul, luogo dove realmente sono stati ritrovati i resti del famoso dinosauro e che è uno dei siti più famosi per gli studiosi di paleontologia.

L’unica cosa assolutamente vera è l’ambiente, la descrizione del paesaggio, l’entità e il tipo di ritrovamento e Josè Bonaparte. Per me era molto importante anche questa postfazione sul museo e ho voluto anche che si mettesse la cartina geografica. Io volevo che fosse chiaro al bambino che c’è una trama assolutamente inventata ma che c’è una verità assoluta per quanto riguarda le informazioni geografiche.[27]

Anche in Perù sono stati proposti dei percorsi di lettura intorno a Ossi di dinosauro. Così come in Italia la Piemme pubblica la rivista “Leggendo leggendo”, in Perù la SM Ediciones Perù propone “Leo Todo”, una rivista editoriale in cui vengono suggerite delle schede di lettura sui diversi libri pubblicati dalla stessa casa editrice. Nel progetto peruviano il ragazzo può leggere una presentazione generale del libro, che lo aiuti a comprendere meglio il testo. Tra le varie richieste, poi, il bambino, individuato come primo lettore, è invitato a pensare a un nuovo finale per la storia. Interessante è soprattutto l’ultima parte di questa «fiche de lectura»[28] in cui il lettore deve immedesimarsi nel Ministro della Cultura peruviano e chiedere a Mili di cercare se nella zona dove abita ci sono degli ossi di dinosauro. Ancora una volta il momento del lavoro pedagogico che i grandi devono svolgere con i piccoli lettori è fondamentale, affinché anche i più giovani possano appassionarsi alla lettura e, soprattutto, alle storie dei libri che si trovano di fronte.

Il Museo di Storia Naturale di Lima è il più importante nel suo campo in Perù. Fondato nel 1918, appartiene alla National University di San Marcos. Il museo ha firmato un contratto con la casa editrice peruviana attraverso il quale il lettore che si presenta all’ingresso con il libro Huseos de dinosaurio può entrare con uno sconto sul biglietto e inoltre può chiedere a un addetto del museo la firma sul certificato di Buscador de dinosaurios, stampato in appendice del libro. I rapporti con il museo sono nati per caso, grazie ancora una volta all’intraprendenza dell’autrice:

Prima che uscisse il libro io casualmente sono andata in questo museo perché a mio marito piacciono i musei di storia naturale e mi ha proposto di andarci perché ci andava da ragazzo. Mentre visitiamo il museo entriamo in una sala interamente dedicata a José Bonaparte, che ha collaborato alla modernizzazione di questo museo. Allora ho parlato con l’editore, che ha pensato all’idea della pagina finale.[29]

Con questo espediente i ragazzi peruviani hanno l’opportunità di vivere un’esperienza che potrebbe sembrare banale, ma che li lega ancora più fortemente al libro e alla storia, «crea una continuità con quello che hai letto».[30]

Mara Varisco

Certificato e coupon per l’ingresso al museo di Lima, alla fine del libro Huesos de dinosaurio.

 

[1] Intervista ad Anna Lavatelli di Mara Varisco, Novara 28 gennaio 2015.

[2] «La Patagonia – una incredibilmente bella area remota, caustica, di steppa e pietre che copre la parte più a sud dell’Argentina – è il vero mondo perduto dei dinosauri. La nostra abituale percezione delle grandi creature è basata quasi interamente su ossa trovate in Nord America e in Asia – personaggi meglio conosciuti come Triceraptops, Velociraptor, e, ovviamente, Tyrannosaurus rex. I dinosauri si sono sviluppati anche nell’Emisfero Australe, ma durante il loro regno gli oceani hanno diviso i supercontinenti della Laurasia al nord e della Godwana al sud. Isolati dal loro corrispondente più a nord, i dinosauri quaggiù hanno seguito il loro proprio corso evolutivo iniziando nel Jurassic, 180 milioni di anni fa. La Patagonia contiene la più ricca risorsa di informazioni sui dinosauri nell’intera parte sud del pianeta. Nonostante questo, molti ricercatori considerano i suoi dinosauri mere anomalie: creature curiose, forse, ma di poca utilità per comprendere l’evoluzione dei tradizionali dinosauri. Ora quella visione sta cambiando». J. Shreeve, Uncovering Patagonia’s Lost World, in “National Geographic”, 192 (1997), p. 123.

[3] Rodolfo Coria è un paleontologo argentino, che ha studiato i dinosauri del Sud America e scritto molti trattati scientifici a riguardo.

[4] «Questo tizio aveva già chiamato molte volte» dice Coria «ma questa volta era diverso». Lui e il suo collega Leonardo Salgado, un paleontologo all’Università di Comahue a Neuquén, guidarono fino al sito. Hanno tolto un po’ di sabbia da un osso e subito hanno capito che quella era la tibia del più grande dinosauro predatore mai trovato in Sud America. Ci volle qualche giorno in più di scavi per realizzare che quello poteva essere il più grande dinosauro predatore mai trovato in tutto il mondo. Coria e Salgado stimarono il peso del più grande compreso tra le 6 e le 8 tonnellate, la lunghezza intoro ai 42 piedi». J. Shreeve, Undercovering Patagonia’s Lost World, p. 127.

[5] «[…] composto di 3 vertebre anteriori dorsali e 3 posteriori dorsali, le più anteriori dorsali senza il corpo vertebrale e le rimanenti incomplete; settore ventrale dell’osso sacro inclusi i corpi vertebrali da 1 a 5, senza l’ultima vertebra sacrale, con la maggior parte delle ossa sacrali della parte destra; la gran parte di un osso dorsale frammentato, e la tibia destra con la faccia esterna segnata dalle intemperie».  J.F. Bonaparte e R.A. Coria, Argentinosaurus hunculensis, in IId., A New and Huge Titanosaur Sauropod from Río Limay Formation (Albian-Cenomanian) of Neuquén Province, Argetina, University of Pennsylvania, 2011.

[6] «“Dunque chi vince il premio? Se tu avessi visto un Gigantosaurus e un Tyrannosaurus l’uno vicino all’altro, quale sarebbe stato il più grande?” “Se tu li avessi visti uno vicino all’altro,” dice Coria, “non l’avresti notato perché saresti scappato via. Ma io penso che la risposta sia Gigantosaurus per un paio di piedi”». J. Shreeve, Undercovering…, pp. 127-128.

[7] «Ho deciso di scrivere questa storia a partire dalla notizia di un ritrovamento reale che ha avuto luogo nel deserto della Patagonia (Argentina), vicino a un paesino chiamato Plaza Huincul. Il primo dinosauro – Gigantosaurus Carolininensis – è stato scoperto dall’archeologo José Bonaparte grazie alla scoperta casuale di un femore fossile, che un tale Carlos trovò nel suo campo. Per questa ragione il dinosauro prende il suo nome: Caroliniensis (da Carlos, in latino). Seguirono altre importanti scoperte nella stessa località, tra le quali l’Argentinosaurus huinculensis (da Huincul) che nella mia finzione narrativa viene scoperto dalla cagnolina Canela». A. Lavatelli, Presentazione del libro alla libreria Crisol di Lima, 2 novembre 2010.

[8] Intervista ad Anna Lavatelli di Mara Varisco, Novara 28 gennaio 2015.

[9] B. Masini, Storie di testa e di cuore, in Raccontare ancora. La scrittura e l’editoria per ragazzi, a cura di S.B. Picherle, Vita e Pensiero, Milano 2007, pp. 87-88.

[10] Intervista ad Anna Lavatelli di Mara Varisco, Novara 28 gennaio 2015.

[11] Ibidem.

[12] Ibidem.

[13] Ibidem.

[14] M.T. Andruetto, Per una letteratura senza aggettivi, a cura di G. Zucchini, Equilibri, Modena 2014, pp. 114-115.

[15] Ibi., p. 47.

[16] Ibi., p. 63.

[17] Ibi., pp. 57-58.

[18] Sottotitolo della rivista “Leggendo leggendo”, pubblicata da Piemme a partire dal 1996.

[19] D. Lombello, Biblioteche scolastiche: a che punto siamo?, in “Leggendo leggendo”, VI (1997), 33, pp. 2-3.

[20] Voglia di coccole e tenerezza, lavoro delle classi terze della scuola Gianni Rodari di Novara, dicembre 2012, p. 1.

[21] Ibidem, p. 2.

[22] Ibidem, p. 14.

[23] Intervista ad AntonGionata Ferrari di Mara Varisco, Brescia 3 aprile 2015.

[24] C. battistelli, Il diritto di leggere: accessibilità alla cultura e all’informazione per coloro che non possono avvalersi del canale visivo, Tesi di master in Architettura e Società al Politecnico di Milano, Milano 2004, in < http://www.juniorlibri.it/annalavatelli/interviste.htm > (23 aprile 2015).

 

[25] Voglia di coccole e tenerezza…, pp. 22-25.

[26] «[…] subito mi affascinò l’idea che lo scopritore potesse essere un ragazzo, o una ragazza. Mentre stavo lavorando alla trama, pensai che un cane sarebbe potuto essere più appropriato. I cani conoscono gli ossi meglio di chiunque altro! Così nacque l’intelligente Canela. Tuttavia mi mancava qualcosa: una ragione per dare un maggiore valore alla scoperta, perché ai miei lettori piacesse di più il racconto. Pensai a una lotta contro l’ingiustizia nella quale due valorosi ragazzi potessero risultare vincitori. Così nacque Pepe Cruz Malvado». A. Lavatelli, Presentazione del libro alla libreria Crisol di Lima, Lima 2 novembre 2010.

[27] Intervista ad Anna Lavatelli di Mara Varisco, Novara 28 gennaio 2015.

[28] «Scheda di lettura». < http://www.leotodo.com.pe/libros/recursos/5p3huesos.pdf > (23 aprile 2015).

[29] Intervista ad Anna Lavatelli di Mara Varisco, Novara 28 gennaio 2015.

[30] Intervista ad AntonGionata Ferrari di Mara Varisco, Brescia 3 aprile 2015.


(in "Editoria & Letteratura", editoria.letteratura.it).