«Mi domando se le stelle sono illuminate perché ognuno possa un giorno trovare la sua»: così, attraverso le parole del Piccolo principe, si apre Sotto una buona stella, nuova uscita della collana “Nativitas” di cui è autrice Chiara Gatti, storica e critica d’arte, che scrive per “Repubblica” ed è direttrice del Museo MAN di Nuoro.
In seguito ad altre pubblicazioni per Interlinea, come Nevicate d’arte del 2021, ha prestato nuovamente la sua penna alla prima collana europea dedicata al tema del Natale, ideata nel 1993 da Carlo Carena con l’editore Roberto Cicala. La serie, giunta con quest’opera al numero 105, presenta sezioni che toccano ambiti diversi, dalla letteratura alla spiritualità, dalla poesia all’arte e all’architettura: proprio in quest’ultimo si colloca Sotto una buona stella, presentato a Milano in occasione del consueto incontro “Editoria a Natale” in Università Cattolica.
Questo volumetto tascabile è avvolto da una sovracoperta interamente occupata da un dettaglio della celebre Notte stellata di Van Gogh, custodita la Moma di New York, impreziosita dal titolo impresso in oro a caldo su una carta pregiata e certificata, non plastificata. In quest’ultimo aspetto traspare l’occhio di riguardo nei confronti dell’ambiente, cifra caratteristica della casa editrice. La particolarità della copertina, in carta marcata grigia, è tipica della collana, che con questa scelta vuole opporsi a quella che è stata definita dallo storico dell’editoria Gian Carlo Ferretti come «la plastificazione sgargiante» che domina oggi la produzione libraria. All’interno del libro l’adozione di una carta patinata naturale permette di riportare con brillantezza i dipinti e le opere prese in considerazione dall’autrice, arricchendo così il testo di preziosi strumenti visivi. L’uso del carattere graziato Simoncini Garamond e un’impaginazione ariosa permettono una lettura scorrevole.
Come suggerito anche dal sottotitolo, Stelle e comete nell’arte, Chiara Gatti, con la collaborazione di Serena Colombo, si propone di condurre il lettore attraverso un viaggio tra i cieli stellati dell’arte. Partendo dal Disco di Nebra, riconducibile all’età del bronzo, la spiegazione si dipana avanti e indietro nel tempo: dalle prime opere d’età cristiana, a Giotto e il suo interesse naturalistico; dalla stella come simbolo di sciagura in molte opere medievali, al sentimento del sublime che anima notturni come quelli di William Turner; dall’angoscia di Van Gogh e Munch, passando per Kandinskij e Mirò, fino a Banksy, con la sua reinterpretazione drammatica e simbolica del foro lasciato da una granata su un muro di Betlemme. In questa rassegna di opere viene mostrato come «l’uomo abbia sempre visto nelle stelle un simbolo di qualcosa d’altro, di qualcosa di intoccabile, reso vicino attraverso l’arte», perché «chi desidera traduce in forme riconoscibili ciò che sfugge alla sua esperienza».
Secondo un’idea proposta dalla stessa autrice, «le stelle confortano l’uomo», ma al contempo lo pongono di fronte a un enigma: «Dove si consuma il resto della nostra esistenza, al di là della materia?» Con questo appassionato lavoro Chiara Gatti prova a rispondere, unendo così le bellezze del cielo alle bellezze dell’arte.
Giulia Calvi, Paola Pozzoli, Sofia Ciatti
Registrazione video della presentazione del libro Sotto una buona stella di Chiara Gatti sul canale YouTube del Laboratorio di editoria: clicca qui.
(in "Editoria & Letteratura", editoria.letteratura.it).
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