Attraverso il confronto dei paratesti delle edizioni tradotte della Torta in cielo, si ripercorre la fortuna editoriale che ha avuto all’estero il libro scritto da Gianni Rodari per i giovani lettori.
Fino a più di una ventina d’anni fa, parecchie opere di Rodari non erano più in commercio. Dopo la sua morte, era di circa sessanta opere la produzione reperibile, sebbene fosse sparsa tra i vari editori rodariani e difficile da raccogliere per una visione più integrale e meno frammentaria dell’autore.
L’opera rodariana forse più conosciuta, che ha avuto maggiori edizioni critiche, recensioni, commenti è senz’altro la Grammatica della fantasia. Considerando il numero di approcci con cui si può consultare questo libro, non è strano che sia stato analizzato e apprezzato da studiosi degli ambiti più svariati, in quanto tocchi il tema pedagogico, psicologico e sociale, ma anche aspetti scientifici, con meccanismi pur sempre letterari. Ma dal punto di vista editoriale, per quanto abbia funzionato l’opera, soprattutto grazie ai contenuti e al messaggio, ci sono edizioni di altri racconti o filastrocche che hanno avuto sicuramente un impatto molto più intrigante a prima vista, in particolare per quello che potrebbe essere il primo destinatario dell’opera, ovvero il bambino. Mentre la Grammatica è di carattere diverso rispetto alla maggior parte della produzione rodariana, è molto più utile considerare una tra le storie più amate del nostro autore e andare oltre il puro racconto, per capire a tutto tondo i vari motivi per cui un’opera ha funzionato e ha avuto impatto oltre i confini italiani. Per questo si è scelto il caso della Torta in cielo.
La storia della Torta in cielo è intessuta di citazioni e riferimenti facilmente riconoscibili dai bambini. Il nome del pilota ad esempio, “Dedalo”, è lo stesso dell’architetto geniale che nella mitologia greca progettò e costruì il Labirinto di Creta. La stessa mitologia che avvolge nomi altisonanti, lascia però trasparire un’organizzazione casalinga, popolata in realtà di marescialli e appuntati. Il sistema è inefficiente e inaffidabile, insufficiente per confrontarsi con una realtà ossessionata dal concetto di supremazia, economica, scientifica, militare, dove l’unica speranza è nel futuro.[1] Tutti i piccoli rimandi alla grande letteratura, sono parte di una storia che in realtà è una metafora, una di quelle che Rodari era solito trasmettere, attraverso racconti a primo impatto infantili. Un progetto così ambizioso non poteva che richiedere l’intervento di un personale altrettanto ambizioso per renderne possibile la realizzazione. Prima Munari,[2] in seguito Altan,[3] ne saranno sicuramente all’altezza dal punto di vista dell’impostazione grafica. Munari adotta certamente un’impronta più semplificata, ma non per questo banalizzata. Il suo stile è dotato di grande ironia, resa possibile grazie alla sua creatività ed esperienza in merito alla fantasia, caratteristica fondamentale dell’approccio che si deve adottare di fronte ai suoi disegni. Altan ha invece un tocco più simile a quello a cui siamo abituati noi oggi quando abbiamo a che fare con libri per bambini: colori vivaci, personaggi più simili ai fumetti o ai cartoni animati.
Tra i numerosi nomi di illustratori che sono stati evidenziati nella storia delle edizioni italiane ma anche estere di Rodari, ce ne sono alcuni che brillano di una luce particolare. E sono proprio coloro che hanno collaborato alla realizzazione del caso preso in esame, che hanno svolto un compito fondamentale, in rapporto di non solo lavoro ma anche amicizia con l’autore, interpretando quella che è una favola moderna, una storia per ragazzi intessuta di argomenti che stimolano i genitori ad affrontare con i figli argomenti di attualità, impegnativi ma reali.
Tra le carte d’archivio della mostra “Rodari nel mondo”, che è stata allestita nel 2020 dal Centro Studi Gianni Rodari di Orvieto[4] in occasione del centenario dalla nascita dell’autore, è interessante il confronto a partire dalle copertine delle edizioni di filastrocche, poesie, favole, per capire come sono state interpretate nei vari Paesi, anche al di fuori dell’Europa. Ognuno di essi ha adattato in qualche modo i personaggi, i titoli, così che potessero avere maggior successo secondo il gusto nazionale, stampando tanti Rodari, uniti dallo stesso successo nel mondo dei bambini così come in quello degli adulti. A partire quindi dalle coloratissime copertine, ricche di personaggi fluttuanti e titoli fantasiosi, l’obiettivo era cercare di incuriosire il lettore bambino fin dal primo impatto.
La torta in cielo è stata costruita negli anni sessanta come la Grammatica della fantasia, ovvero con la tecnica del binomio fantastico, prendendo due parole a caso e accostandole con una preposizione o una congiunzione e formando una frase. E lo si nota già a partire dal titolo. È necessario che le due parole siano di campi semantici lontani, così da avere l’effetto di straniamento, e stimolare lo spunto per dare origine a tante storie diverse. Uno dei temi che stava molto a cuore a Rodari, oltre all’educazione e la libertà, era senz’altro la pace, proprio perché egli aveva vissuto e sapeva bene cosa fosse la guerra. E i bambini erano secondo lui l’esempio di come si possa vivere senza essere in guerra. La torta in cielo è un’opera pacifista per eccellenza: «le torte al posto delle bombe».[5] La torta del racconto è in realtà l’esperimento fallito di uno scienziato per produrre un’arma. Sono i bambini i protagonisti che scoprono la storia di quell’oggetto e come veri protagonisti non perdono mai la speranza di trovare una soluzione, che sarà mangiarla fino a farla sparire. Il loro atteggiamento è quello che si deve avere per un futuro di libertà, da cui deriva che loro stessi sono il futuro.
La torta in cielo è stata tradotta a pochi anni dalla sua prima edizione anche all’estero. In Francia ha preso il nome di La tarte volante, A pie in the sky in inglese, la tedesca Das fliegende riesending, mentre in territorio iberico è diventata La tarta voladora in spagnolo, El pastis caigut del ciel in catalano.
Nel 1976, dieci anni dopo l’uscita della prima edizione italiana, compare quella francese progettata dalla casa editrice parigina Hachette, all’interno della collana “Bibliothèque Rose”, cartonata e illustrata da Anny-Claude Martin.[6] Il titolo rispetta la volontà dell’autore, tradotto quasi letteralmente: una torta volante, che fluttua in cielo modo indefinito sulla copertina dietro ai protagonisti dell’opera, i cui neri profili non sono riempiti in modo uniforme, ma una sorta di macchia gialla e rossa, colori caldi contrapposti all’azzurro del titolo, fa da sfondo al disegno della scena centrale del racconto. Diversa e forse più moderna è l’interpretazione di Béatrice Veillon,[7] artefice della grafica delle edizioni successive per la stessa casa editrice. In copertina si ritrova uno solo dei protagonisti, intuitivamente Paolo, che si affaccia stupefatto al suo davanzale, dopo aver osservato con il binocolo che tiene tra le mani un ufo un po’ diverso da quelli che si trovano nei film di fantascienza: una gigantesca torta di frutta che vola sugli edifici della città. L’illustrazione assomiglia molto a un cartone animato.
Ci spostiamo in Inghilterra, dove l’unica edizione della Torta in cielo risale al 1971.[8] Patrick Creagh, diversamente da altre edizioni di opere rodariane in inglese che cambiano completamente veste a partire dal nome dell’opera, mantiene la traduzione letterale del titolo: A pie in the sky. La copertina rigida è ideata da Whitear, il quale utilizza sfumature quasi concentriche a circondare la vera protagonista della fiaba. Si ritrovano la città, con strade, case, prati e infine i due ragazzini affacciati da un edificio, molto piccoli e lontani dall’apparizione in cielo.
È a Stoccarda nel 1968 che viene stampata la prima edizione tedesca della Torta in cielo.[9] L’illustratore Ruth Wright rende la copertina coloratissima, la cui torta è il cielo stesso, formata da tanti strati uno diverso dall’altro e qualche bambino qua e là, intento ad assaggiarla, o meglio a divorarla. Un’interpretazione molto diversa rispetto a quelle di altri Paesi, che però a primo impatto funziona, lasciando impresse allegria e voglia di capire il motivo di un dolce così grosso piombato sull’intera copertina flessibile del libro. Mentre è la casa editrice Thienemann a lanciare questa prima edizione, sarà la Kinderbuchverlag, specializzata in letteratura per ragazzi, a curarne le due edizioni successive,[10] e infine, nel 1980 la Obelisk-Verlag a darne un’ultima proposta.[11] Con una visione stilisticamente opposta, la copertina di questa versione più recente mette i due bambini protagonisti in primo piano, mentre lo strano oggetto volante è solo un’ombra immersa nel blu. L’immagine sembra una sorta di adesivo, incollato su uno sfondo giallo, quasi a ricordare la prima edizione italiana, che verrà descritta più avanti.
La torta in cielo presa in esame in territorio iberico è un caso editoriale più variegato, perché oltre ad avere differenti edizioni, va incontro a due differenti traduzioni. In gallego la bibliografia rodariana è più limitata poiché questa lingua ha minore diffusione, pur essendo ufficiale, rispetto a spagnolo e catalano, motivo per cui il caso editoriale trattato non rientra nell’elenco bibliografico delle opere tradotte in questo dialetto. Nelle altre due lingue invece, si trovano riscontri positivi fin dal 1982. Il titolo La tarta voladora, edito dapprima dalla casa editrice Bruguera,[12] spicca sulla copertina in brossura dove l’illustratrice Petra Steinmeyer decide, a differenza dei casi visti finora, di escludere i due protagonisti e sostituirli con un uomo che dà ordine di puntare armi che sembrano cannoni contro la torta nemica. Quando è la Galera Editorial a prendere in mano tale libro, per le illustrazioni interviene Bruno Munari in persona con la sua impronta di designer, subito riconoscibile dal disegno astratto e minimale che pare quasi inciso sulla copertina delle edizioni più recenti.[13] La traduzione spagnola del titolo ha una costruzione sintattica somigliante a quella francese, mentre a sottolineare la provenienza dell’oggetto misterioso dal cielo è quella in catalano: El pastis caigut del ciel.[14] È di nuovo la Galera a curarne le stampe dal 1986 ed è proprio in queste traduzioni dove maggiore è il legame con le edizioni italiane, perché si ritrova l’illustratore Bruno Munari e con lui molti motivi, se non interi corpi e dettagli, ripresi sia dalle copertine già tradotte in spagnolo, sia da quelle in lingua originale. Immediatamente riconoscibile è il viso del pilota, solamente abbozzato, i cui tratti vengono riproposti nelle copertine delle traduzioni, rafforzando il legame con le opere originarie che forse più rispettavano la volontà dell’autore, avendo collaborato per molti anni con l’illustratore stesso.
Come ultimo caso, per capire le evoluzioni più o meno originali e creative che hanno avuto i titoli e le copertine della famosa opera La torta in cielo, verrà trattato quello in lingua italiana, ovvero il caso da cui tutto è cominciato e da cui sono stati presi gli stimoli per edizioni e soprattutto traduzioni nei Paesi esteri selezionati.
La prima edizione pubblicata da Einaudi nel 1966 è in assoluto quella più interessante, a partire dal modo in cui si presenta.[15] La versione originale ha infatti una copertina cartonata, molto semplice, di un giallo canarino sgargiante. Non è dunque il colore a richiamare il cielo, ma lo è sicuramente lo sfondo privo di limiti spaziali. Nella prima di copertina, oltre al titolo in alto a destra, preceduto dal nome dell’autore, è indicato in seguito, in modo altrettanto chiaro, il nome dell’illustratore, ovvero il famoso Bruno Munari. È proprio lui l’autore del grande viso di un pilota in primissimo piano, ripreso come si è detto per le opere tradotte, un probabile personaggio del racconto, disegnato con pochi tratti con i quali l’illustratore ottiene un risultato semplice, ma simpatico. Nessuna torta sulla copertina di questa prima edizione, ma è proprio questo che richiama la curiosità di aprire il libro e cercare un dolce tra gli altri disegni, oltre che tra le parole della storia.
Successivamente è l’Einaudi Ragazzi negli anni seguenti a cambiare lo sfondo, rendendolo più realistico. …qui Dedalo chiama Diomede, passo… è il sottotitolo che in questa nuova edizione è immerso in un blu profondo, sempre sconfinato, ma ancora nessuna traccia del misterioso oggetto circolare. Questa versione sarà ristampata con alcune pause per molti anni fino al 2018 (anche se per il centenario dalla nascita di Rodari è probabile che ci saranno altre ristampe), a testimoniare ancora una volta il successo e la contemporaneità dell’autore così come dell’illustratore.
Sono le versioni più recenti dell’Einaudi Ragazzi, sempre cartonate ma molto più sottili, in cui abbiamo un rovesciamento della concezione della semplicità che si ha a primo impatto, indefinita, che incuriosisce, passando invece a un’esplosione di colore. Per “La collana dei piccoli” infatti, le illustrazioni di Francesco Altan mostrano fin dalla copertina, quali saranno i protagonisti della storia, Paolo e Rita, i due bambini che hanno il coraggio di avvicinarsi all’oggetto sconosciuto. Compare infatti anche la torta sgargiante, che fluttua tra gli areoplanini. Queste edizioni escono per la prima volta nel 1993,[16] ma avranno numerose ristampe fino al 1997. Dopo una breve pausa, torneranno nel secolo successivo, in particolare nel 2007 e nel 2009, pubblicate a San Dorligo Della Valle, sempre dalla Einaudi Ragazzi.
Di concezione simile è l’edizione pubblicata ancora una volta dalla stessa casa editrice, dove a occuparsi delle illustrazioni è Pia Valentinis.[17] Lo stile è decisamente diverso, ma sempre molto allegro e colorato, con la torta che sbuca sullo sfondo delle case della città e il titolo che sembra essere parte del paesaggio.
Nel 2003, la casa editrice Edizioni San Paolo, ne pubblica una versione per la collana “I favolosi”, illustrata da Paola Formica.[18] La copertina si presenta con una massa di bambini che guardano in cielo, alcuni sorpresi, altri eccitati, la maggior parte spaventati dalla grosso dolce di cioccolato che vola sopra le loro teste. Questa edizione compare appunto nella collana sopracitata come supplemento della rivista “Il Giornalino. Il Grande Giornale dei Ragazzi”.
In occasione del centenario dalla nascita di Rodari, nel catalogo EL, c’è un’altra versione del 2019, illustrata da Chiara Baglioni per la collana “La biblioteca di Gianni Rodari”.[19] Due bambine con lo sguardo furbo che sembra fingano non stia succedendo nulla, si stanno portando via una fetta di torta molto più grossa di loro due messe insieme. Numerosi sono anche gli audiolibri creati per questo racconto, da cui è addirittura stato tratto l’omonimo film nel 1972-1973 con Paolo Villaggio, diretto da Lino Del Fra, per la casa di produzione Istituto Luce.[20]
È questo uno dei racconti lunghi o romanzi brevi di Rodari, perennemente attualizzato, che nutre grande fiducia nei giovani e compie una sorta di critica verso il mondo degli adulti e tra le righe anche alla politica.
Il testo vero e proprio della Torta in cielo, facendo riferimento alla prima edizione, è stampato su carta spessa, quasi cartone, uso mano. La giustezza del testo lascia ampi margini ai lati, in alto e in basso, quasi a dare continuazione all’effetto che trasmette già la copertina, quello di essere immersi in un universo e fluttuare tra le parole e i disegni. Questi ultimi invece, non hanno margini. Realiazzati in bianco e nero, quasi fossero schizzi, continuano in più pagine, e sono interrotti da ampi spazi bianchi, mentre talvolta sono caratterizzati da poche linee o da insiemi di punti. È proprio questo stile minimale a stimolare la fantasia del lettore, che a partire dai pochi tratti disegnati, presenti davanti ai suoi occhi, con l’ausilio del testo apre un mondo di colori nella sua mente e grazie alla sua fantasia. Proprio come voleva Rodari.
Allegra Loro
[1] La torta in cielo (1966), a cura di Redazione Virtuale, 15 dicembre 2001, in italialibri.net: <http://www.italialibri.net/opere/tortaincielo.html> (ultima consultazione: 7 giugno 2020).
[2] Bruno Munari nato e morto a Milano (1907-1998) fu un artista, designer e scrittore italiano. Insieme a Rodari è detto “maestro di fantasia”, poiché furono capaci entrambi di mischiare parole e immagini per aumentare la sensibilità dei ragazzi con finalità educative: l’accostamento di parole o forme in modo del tutto casuale e in forma di gioco, svolge un ruolo determinante nello sviluppo autonomo del pensiero (Antonello Tolve, Fantasia al potere, Tra Munari e Rodari, in “Artribune. Dal 2011 arte eccetera eccetera”, Roma 24 aprile 2017).
[3] Francesco Tullio Altan è nato a Treviso nel 1942 e ha studiato Architettura a Venezia. Ha cominciato a scrivere piccole storie per la sua bimba di tre anni, Kikka, e da lì non ha più smesso. Vive e lavora ad Aquileia, è un fumettista, disegnatore, sceneggiatore e autore satirico, famoso sia per la sua penna velenosa che contemporaneamente per la tenerezza dei suoi personaggi. Ha vissuto per cinque anni a Rio de Janeiro e tornato a Milano ha realizzato i bellissimi disegni per “Il Corriere dei Piccoli”, ideando un cagnolino a pois che conoscono tutti i bambini italiani: la “Pimpa”. Ha creato personaggi indimenticabili come Kamillo Kromo, la serie “Il primo libro di Kika”, e disegnato per le opere di Roberto Piumini. Per Gianni Rodari ha illustrato tutta la serie di libri pubblicati da Einaudi Ragazzi. Nel suo catalogo di illustratore all’interno della casa editrice, troviamo infatti titoli come: La gondola fantasma, Le favolette di Alice, Le storie di Marco e Mirko, Zoo di storie e versi, Prime fiabe e filastrocche, Fiabe e fantafiabe [Francesco Tullio Altan, Roberto Moisio, Altan (autobiografia non autorizzata), prefazione di Michele Serra, Skira, Milano 2019].
[4] Il Centro Studi Gianni Rodari di Orvieto nasce nel 1987, grazie ai soci fondatori tra cui il Comune di Orvieto in collaborazione con Maria Teresa Ferretti, la vedova Rodari, e la figlia Paola, in seguito alla prima edizione del “Premio alla fantasia Gianni Rodari – Città di Orvieto”, tenutosi nel 1984. Se ne fecero autentici promotori e paladini Enzo Nunzi, ideatore del Premio Fantasia e l’allora sindaco di Orvieto Adriano Casasole. Il Centro si occupa della diffusione del pensiero di Rodari, della tutela della sua immagine e della raccolta di tutte le opere critiche e letterarie, di tutti i suoi scritti giornalistici, numeri di riviste storiche come “Noi Donne” e “Il Pioniere” e articoli scritti sui quotidiani, ma anche le opere teatrali degli anni cinquanta. A gestire il Centro sono Lucia Vergaglia e Adelaide Ranchino, le quali spiegano che le copie sono tutte in originale e che sia possibile consultarle. Si trovano traduzioni in cinquanta lingue, tra cui anche giapponese e coreano. Favole al telefono e il Pianeta degli alberi di Natale sono tra le più tradotte (Il Discobolo, Edizione Nazionale nel mensile dell’Uisp, XL , N. 2, Roma luglio-dicembre 2019, p. 4).
[5] Ida Accorsi, Rodari e La torta in cielo: un messaggio di pace, in “Per la lunga vita”, 22 marzo 2019 <https://www.perlungavita.it/voci-dalla-rete/nonne-favole-e-bambini-di-ida-accorsi/1315-rodari-e-la-torta-in-cielo-un-messaggio-di-pace> (ultima consultazione: 18 maggio 2020).
[6] Gianni Rodari, La tarte volante, trad. di Thierry Séchan, ill. di Anny-Claude Martin, Hachette, Parigi 1976.
[7] Id., La tarte volante, trad. di Thierry Séchan, ill. di Béatrice Veillon, Hachette, Parigi 1982.
[8] Id., A pie in the sky, trad. di Patrick Creagh, ill. di A.R. Whitear, J.M. Dent & Sons, Londra 1971.
[9] Id., Das fliegende riesending, trad. di Ruth Wright, ill. di Winnie Gebhardt-Gayler, Thienemann, Stoccarda 1968.
[10] Id., Das fliegende riesending, trad. di Ruth Wright, ill. di E. Gürtzig, Der Kinderbuchverlag, Berlino 1970.
[11] Id., Das fliegende riesending, trad. di Ruth Wright, Obelisk-Verlag, Modling: Verlag St Gabriel 1980.
[12] Id., La tarta voladora, trad. di Francesc Miravitlles, ill. di Petra Steinmeyer, Bruguera Editorial, Barcellona 1982.
[13] Id., La tarta voladora, trad. di Angelina Gatell, ill. di Bruno Munari, La Galera Editorial, Barcellona 1987.
[14] Id., El pastis caigut del ciel, trad. di Àlvar Valls, ill. di Bruno Munari, La Galera Editorial, Barcellona 1986.
[15] Id., La torta in cielo, ill. di Bruno Munari, Einaudi, Torino 1966.
[16] Id., La torta in cielo, ill. di Francesco Tullio Altan, Einaudi Ragazzi, San Dorligo della Valle 1993.
[17] Id., La torta in cielo, ill. di Pia Valentinis, Einaudi Ragazzi, San Dorligo della Valle 2013.
[18] Id., La torta in cielo, ill. di Paola Formica, San Paolo, Alba 2003.
[19] Id., La torta in cielo, ill. di Chiara Baglioni, Einaudi Ragazzi, San Dorligo della Valle 2019.
[20] Roger Salomon, La fantasia di Rodari passa le Alpi, p. 38.
(in "Editoria & Letteratura", editoria.letteratura.it).
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